Continuiamo sul filone del camminare e pensare come strategie #antistress
Puntualmente mi affido una sfida.
Di solito finisco in cose semplici, come cose invisibili.
Una delle mie ossessioni è “il nulla”.
In cerca del silenzio, della distensione dei nervi, del relax, dell’assenza.
Ma…
Ma finisce che il “mio” nulla in qualsiasi luogo mi accompagni mi porta a ragionamenti che pur svolgendosi in più tempi si distaccano dal nulla.
Qualche giorno fa avevo bisogno di camminare. Era stato un giorno piovoso, aveva smesso. C’erano ancora due ore di luce.
Prendo la mia fotocamera con il fisso (50mm equivalenti) ed esco.
L’apice della passeggiata è la linea di confine.
La spiaggia e la battigia.
La luce è morbidissima.
Non ci sono ombre o forse sarebbe più giusto dire che la sorgente luminosa è indefinita. Ma io so dov’è.
La sabbia è dapprima asciutta e dura, ma qualche granello ruzzola sospinto dal vento.
Poi vicino alla battigia diventa prima più scura perché umida, poi dove lascia dei piccoli specchi d’acqua riflette il cielo bianco. Se cambio il punto di vista la riflessione non è più evidente e lo specchio sembra non esserci più.
Sintesi: la sabbia cambia in relazione alla vicinanza all’acqua. E nello stesso singolo punto cambia di molto in base all’angolo di osservazione.
Sintesi spiegata: tutto (noi compresi) cambiamo in base alla vicinanza di altri (o altro) e comunque ogni situazione ha diverse chiavi di lettura.
Spero di averti fatto venire voglia d camminare e pensare
Ascolto consigliato: Amiina – Seoul, Franco Battiato – L’ombra della Luce
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